In questo momento difficile, cosa sei disposto a perdere per dare un futuro migliore alla tua comunità?

L’inclusività e la globalizzazione\

La comunità siamo noi, la nostra storia, il nostro territorio, la cura che abbiamo per il luogo e la cultura che ci appartiene. E’ nel nostro territorio che troviamo i legami che ci danno forza, il senso del nostro stare insieme. Se la comunità può rinascere, lo fa da qui: dal portare a valore tradizioni e bellezze, sapori e usanze che ci fanno unici e preziosi.  

Non tutto è valore, o non lo è allo stesso modo. Per uscire dalle secche del difficile presente ci serve ricordare chi siamo e ripartire da lì. Ci sono riusciti in piccoli paesi di montagna dove la tosatura delle pecore o la produzione tradizionale del formaggio sono diventati risorsa economica, lavoro e sviluppo. Ci sono riusciti nei capoluoghi di provincia che si pensano come Museo a cielo aperto della nostra identità: basti pensare a Parma e Matera, le più recenti città a essere Capitali italiane della Cultura. 

E’ nella ricerca della nostra identità più profonda che nasce il futuro della comunità: siamo il Paese delle differenze. Ogni comune ha una storia, un monumento, un dialetto, un artigianato, un personaggio che lo rendono unico.  Il nostro futuro è iniziato 1000 anni fa. 

Possiamo dedicare le nostre attenzioni anche all’inclusione e alle culture diverse, ma se perdiamo la nostra cornice identitaria, disperdiamo valore e senso.

Di questo racconta l’intervista al Sindaco di Gottolengo (Bs) che ci racconta come le radici profonde non gelino mai.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here