Formare per la libertà o formare per il lavoro?
E’ la domanda che apre questa nuova trilogia de Leproposte che parte da una riflessione sulla scuola per riflettere poi in modo più complessivo di formazione e transizione al lavoro.
Presentiamo due esperienze italiane che esplorano questo bivio.
La prima esperienza che raccontiamo è un liceo pubblico premiata per il suo eccellente lavoro sulle conoscenze degli studenti: un’esperienza in cui la qualità formativa è data da un mix tra ingaggio motivazionale dei docenti, organizzazione chiara del lavoro, e autoselezione di studenti molto interessati allo studio e all’impegno. La formazione in questo contesto ha come obiettivo la preparazione al percorso universitario e poi al lavoro premiando conoscenze, merito e impegno.
La seconda esperienza è invece una scuola primaria parentale comunitaria nata dall’attivazione diretta di un gruppo di genitori che hanno fortemente voluto una scuola capace di dare agli studenti lo spazio, il tempo e l’opportunità di coltivare il proprio desiderio di imparare: una scuola che mette al centro la persona, l’incontro con l’altro e la comunità locale come contesto di apprendimento, e che accompagna gli studenti nell’esplorazione del mondo che è un modo anche per esplorare sé stessi.
C’è un’obiezione facile che possiamo anticiparci: certo, nella scuola primaria ci si può occupare della crescita educativa dei bambini, ma al liceo ci sono obiettivi ed esigenze diverse, con obiettivi cognitivi importanti. Alle superiori, si deve lavorare sui contenuti.
A questa obiezione risponde il nostro testimonial che questa volta non è una persona, ma un intero modello formativo: quello della scuola pubblica finlandese, che non conosce materie, voti, meritocrazia. Un’altra formazione è possibile.